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I miei dubbi sull’infallibilità di Darwin

La teoria dell’evoluzione delle specie” pubblicata nel 1859 da CharlesDarwin    sostiene essenzialmente che le trasformazioni somatiche e funzionali che si registrano in ciascuna specie vivente,vuoi vegetale vuoi animale è del tutto estranea a ogni adattamento intenzionale a  nuove condizioni ambientali che richiedano degli adattamenti somatici e organici per poter semplicemente sopravvivere come specie. Secondo Darwin tali adattamenti biologici non avvengono intenzionalmente,ovvero guidati dall’intelletto che, diventando consapevole della necessità di un cambiamento adattativo, procede a effettuare progressivamente i cambiamenti richiesti dalla nuova situazione ambientale in vista della sopravvivenza della propria specie.Ebbene se questi cambiamenti effettivamente avvengono nel giro di alcune generazioni e via via si trasmettono alle stirpi successive diventando così un patrimonio permanente della specie.Ad es, può verificarsi il fatto che certi alberi  gli alberi i cui frutti permettono a una certa specie di nutrirsi diventino via via sempre più alti e che quella specie non possa più cibarsene.In questo caso sarebbe d’uopo avere un collo molto piu’ lungo per poter mangiare i frutti che si trovano più in alto.Secondo il biologo francese ean Baptiste Lamamark tale processo avviene intenzionalmente,in altri termini la ragione conscia dei limiti naturali del corpo tende a forzare il suo adattamento alle nuove necessità attraverso il continuo esercizio che sfrutta una certa elasticità naturale dell’apparato muscoloscheletrico.Chiunque può allungare entrambe le braccia tendendole in avanti o tenendosi aggrappato a un ramo e compiendo delle continue flessioni  di un paio di centimetri con un allenamento incessante.meno facile è ottenere ciò riguardo agli arti inferiori. Secondo Lamark i risultati così ottenuti sarebbero ereditari e destinati a trasmettersi alle generazioni successive. La comunità degli scienziati contestò a Lamark che se fosse vero ill fatto che se i cambiamenti evolutivi in senso correttivo e migliorativo dipendessero dalla volontà accompagnata dall’esercizio non ci sarebbero limiti al perfezionamento delle specie e così avremmo tutti gli esseri viventi altissimi,intelligentissimi e velocissimi,insomma dotati delle migliori e più apprezzate qualità biofisiche, comportamentali e intellettive ma l’evidenza dimostra che le cose non vanno così. A questo punto è intervenuta l’ontogenetica religiosa che ha ipotizzatoche in  ogni sviluppo positivo intervenisse la lungiranzae la benevolenza di Dio. Ma questa rappresenta un’opzione religiosa che ben poco ha a che fare con la tipica “ forma mentis” scientifica che tende a dimostrare fattualmente la veridicità delle sue affermazioni.   Secondo Darwin invece le mutazioni biosomatiche avvengono esclusivamente per caso sulla base di alterazioni spontanee delle sostanze biochimiche interessate( oggi potremmo dire che esse possono verificarsi per spontanee degradazioni biochimiche o per l’intervento dei raggi cosmici,protoni,raggi x,neutrini tutti in grado di alterare le molecole biochimiche.Una volta avvenuta questa alterazione essa si trasmetterebbe attraverso i liberi accoppiamenti tra individui maschi e femmine e la loro progenie.Successivamente tali trasformazioni genetiche si sarebbero reiterati senza interruzioni nei millenni fino alla prossima alterazione genetica casuale.A  Ciò si aggiunga un altro  meccanismo complementare selettivo proposto dal biologo britannico Alfred Russell Wallace secondo cui solo gli individui più forti posti in competizione tra loro avrebbero permesso alle caratteristiche più  vantaggiose di diventare tipiche dello standard della specie. In definitiva sembra che Darwin  col supporto del suo compatriota abbia avuto la meglio sul francese Lamark.C’è però un piccolo grandissimo problema:quello della tempistica. Sappiamo che i primi uomini nacquero in Africa, che erano neri e che si spostavano moltissimo sempre alla ricerca di zone climatiche miti, non  aride come la terra d’origine mavfertili erigogliose.Pertanto vagando ovunque prima finirono in    Asia dopo aver attraversato su tronchi lo stretto di Suez,poi nella zona caucasica e da qui finalmente in Europa dove si verificò un cambiamento cromatico notevole:la melanina,ormone piuttosto instabile che li rendeva neri subì una serie di alterazioni biochimiche e da quel momento da neri che erano gli uomini divennero anche bianchi,altrove consimili alterazioni biochimiche della melatonina,generarono uomini dalla pelle olivastra e giallastra.Tutto sommato si trattava di piccoli cambiamenti che riguardavano un solo ormone:tale processo durò circa centomila anni e si concluse con la varietà somatica attuale. Sappiamo anche che i dinosauri  nella loro grandissima mole e varietà cominciarono a esistere sessanta milioni di anni fa: ve ne furono perfino di volanti e di subacquei tutti dalle forme  dai colori e dalle stazze ponderali diversissime.Ebbene se il meccanismo dell’ evoluzione era veramente quello lentissimo descritto da Darwin:mutazioni genetiche casuali,accoppiamenti e patrimonializzazione dei nuovi caratteri somatici e organici nel corredogenetico della specie e dei suoi sottogruppi sessanta milioni di anni non sarebbero bastati ma ne sarebbero occorsi alcuni miliardi,più dei cinque accreditati alla terra.Secondo me nel’evoluzione delle specie dev’ essere invalso un qualche meccanismo accelerante: vuoi l’intenzionalità di Lamark vuoi il diritto del più forte di Wallace,vuoi un aiutino dal cielo.

 

 

 

 

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