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un ponte per due

A Catania non c’è un ponte per buttarsi giù e farla finita. E’vero che c’è il lungomare lavico alto una ventina di
metri sul mare, ma facendosi precipitare giù si cadrebbe sugli scogli in basso, a soffrire
inutilmente le pene più atroci in attesa della fine. Molto meglio invece gettarsi direttamente in acqua da
un ponte su un fiume, non certo sull’asfalto di una strada trafficata di auto e camion da un viadotto con il suolo a fine corsa, col rischio ancora una volta di non
concludere istantaneamente quella catena senza fine d’infelicità e di errori che è  stata la mia vita.  Gettarmi daUn ponte su un fiume mi avrebbe assicurato una fine pulita, elegante, finanche aristocratica. Infatti
fase di recupero i soccorritori avrebbero trovato un corpo ben pulito. Comunque in città un ponte così non c’è perché non è attraversata da un fiume. Il ponte più vicino è quello di Primosole sul
fiume Simeto, circa 15 km. a sud . Ebbene, quella notte avrei percorso in auto gli ultimi 15 km. della mia vita. Erano le due di sabato notte. Feci uscire l’auto dal garage, aprìi il cancello
automatico; mi lanciai nella notte della città. No, non era deserta come aveva sperato. Figurarsi se
poteva essere deserta, con la famosa movida giovanile del sabato notte
. File di auto ovunque.Probabilmente quella era la notte sbagliata per mettere in atto un proposito come il mio, ma non dovevo mollare. Tutto poteva distrarmi dallo scopo
supremo,e farmelo dimenticare. Ma se non l’avessi attuato quel sabato notte quando avrei fatto quel che dovevo necessariamente fare? Dovetti passare per un grande viale
stipato di auto in fila fino all’ingresso di una discoteca, dove c’era una rumorosa e litigiosa fila di giovani che
che sgomitavano per entrare. Dall’interno si sentiva il baccano della loro musica preferita. Anche se non avrei dovuto certo pormi una domanda  del genere, mi chiesi come facessero gli abitanti della zona a convivere
con tutto quel fracasso. A poche decine di metri di distanza dall’ingresso della discoteca era in corso una
rissa tra ubriachi o impasticcati. Stavo per gridare dal finestrino: ”Stronzi che non siete altro, come
potete buttare via così la vostra vita?.Comunque mi resi subito conto che proprio io,almeno quella notte  non avevo il diritto di fare quella domanda Arrivato al ponte sul Simetotirai fuori
dall’auto una grande busta di rete dentro cui avevo sistemato una grossa pietra, con una corda legata al suo
lato aperto, mentre un’altra corda molto più lunga della prima, diciamo un sei-sette metri, era legata da
una parte al lato chiuso e dall’altra a una boa. Mentre preparavo l’occorrente per
l’operazione conclusiva passò una vecchia auto rumorosa, che dopo qualche istante si perse nel buio in
direzione di Siracusa. Quel passaggio inatteso mifece venire uno scrupolo. Non potevo lasciare lì dove mi ero fermato
mia auto. Troppo pericoloso per quelle in arrivo, che non se ne aspettavano la presenza in sosta e magari
credendola in avrebbero potuto investirla. Inoltre la polizia stradale il giorno dopo l’avrebbe fatta
rimuovere col carro attrezzi e mi avrebbe comminato una pesante multa per sosta pericolosa,mi
avrebbe tolto molti punti della patente e forse revocato il documento. Che pensieri da pirla per uno che aveva deciso di farla finita per sempre! Ma ero troppo abituato a ragionare in questo modo per non cercare di mettermi a posto con
la legge anche in quel frangente estremo. Così pensai bene di arrivare alla fine del ponte, dove sapevo
esservi uno slargo in cui avrei potuto posteggiare l’auto in tutta sicurezza e tornare al punto in cui
aveva lasciato la rete con la pietra e la boa. Appena ebbi posteggiato  vidi passare di nuovo
l’auto di prima nella direzione opposta. Si fermò   vicino alla mia pietra. C’era sopra
soltanto il guidatore. Beh, cosa diamine voleva fermo lì accanto al mio destino? In condizioni normali sarei subito ripartito verso non so dove, ma ora che mi ero
deciso, qualunque cosa fosse accaduta non avrebbe avuto più importanza. Comunque tornai a passo
normale alla mia pietra sul ponte. L’uomo dell’auto ferma proprio lì davanti se ne stava al volante a
fumare e osservarmi. Mi fermai accanto alla pietra. Non volevo dare spiegazioni allo sconosciuto. Non
voleva che quel tizio tentasse di dissuadermi dal fare ciò che dovevo necessariamente fare. Così per un po’ mi misi a guardare il fiume nero appena
illuminato dai fari allo iodio, in attesa che quel tizio se ne andasse. Ma non lo faceva e anzi accendeva una
sigaretta dopo l’altra. Passò mezz’ora e non accadde nulla. Allora gli chiesi: ” Cosa vuole da me? Vuole godersi lo spettacolo? Se ne vada via e mi lasci in pace!”. Quindi
presi la corda e me la passai intorno al collo cercando di annodarla. L’uomo scese dalla sua vecchia auto
senza fretta. Mostrava di avere suppergiù la mia età. Mi si avvicinò mentre
stringevo l’ennesimo nodo per non correre il rischio che la corda si liberasse dal mio collo in acqua. Mi fece un
sorriso sarcasticoe disse:” Amico mio, lo sai che la tua è davvero una bella cravatta?”.
non risposi nulla e continuai a trafficare con la corda. E l’altro:” Sai, amico, questa cravatta la cercavo io
per me, stanotte. La corda ce l’ho ancora, ma la pietra e la busta di rete no e neppure la boa. Hai fatto bene a portarti tutto l’occorrente da casa. Pensavo di trovare qualche bella pietra da queste parti,ma qui mi si sbriciolano tra le mani, figurati in
acqua, mentre di vere pietre ci sono solo quelle del cantiere stradale qui vicino, che pesano non meno
di cento chili a testa, mentre la tua è perfetta! Ottima idea averla messa in una rete perchè non è facile
legare la corda alla pietra che mentre sei giù può scivolare via dal nodo facendoti restare a pancia in su come un bidone galleggiante. Geniale l’idea della boa. Qui il fiume è profondo cinque metri. Con sei-sette metri di corda,
tu resterai al fondo in compagnia della pietra e la boa segnalerà ai Vigili del fuoco il tuo letto finale.Così e quando verranno a cercarti ti troveranno subito e
sembrerà soltanto che dormi sott’acqua. Complimenti”.Aquel punto tirò fuori una pistola dalla tasca dellagiacca e me la puntò contro,
dicendomi: ” Togliti la corda dal collo e dammela subito!”Risposi: ” Se vuoi farti fuori, perchè non ti
spari con quella pistola?”. lui: ” Voglio andarmene pulito, senza buchi,senza sangue, proprio
come vuoi fare tu. Dovrai soltanto ripetere tutto domani notte o dopodomani notte o sabato notte,
insomma chiuderai la tua vita solo con un piccolo ritardo, ma io non posso aspettare”. Eio”  No! Con questa pietra mi getto nel fiume io perchè se
non lo faccio qui e ora  potrei non aver più voglia di farlo e invece lo devo fare”. Tacqui un istante e ripresi: ”Senti sono cintura nera di karate e posso toglierti facilmente la pistolaSe ti sparo mi
prendo la corda, la pietra e la boa e tu crepi imbrattato di sangue mentre io resto pulito e quando i
sommozzatori mi ripescheranno mi deporranno pulito nella bara con l’aria di uno che dorme, mentre
con te non potranno farlo”. Allora l’altro si tolse la corda dal collo fingendo di volermela consegnare ma subito se la  ritirò indietro, allora con un
balzo da leone gli saltai addosso come mai avrei pensato di poter fare e gli bloccai per qualche
istante la mano. Lo sconosciuto, colto di sorpresa si lasciò cadere la pistola di mano e scalciando con la gamba destra la fece cadere in
acqua attraverso il largo spazio vuoto tra la banchina e la prima sbarra della ringhiera e poi con grande sforzo
riuscì a farvi passare la pietra e la boa, che finirono anch’esse nel fiume. A quel punto ci mollammo
a vicenda. Gli urlai contro con rabbia: ” Bastardo, mi costringi a vivereancora un giorno! E se mi passa la voglia di crepare? Ci sono troppe tentazioni per restare vivo
nonostante tutti i miei guai!”. Equel tale, ridendo:” Bastardo tu! Mi hai tolto le parole di bocca. Mi hai
rubato un pensiero. Crepa!E io. ”  Crepa tu!”. Lo sconosciuto, rialzatosi, tornò alla sua auto, accese il motore e
miurlò contro ancora: ” Crepa!”. Poi avviandomi allo slargo dove avevo posteggiato l’auto gli urlai:” Crepa tu, ma
da qualche altra parte, che di notte questo ponte lo voglio libero per quando mi verrà di nuovo la voglia
di chiudere la
partita. Per colpa tua adesso La voglia di farlo mi è passata. Ma quando tornerò qui non voglio più
sprecare una nottata e tutta questa benzina, che sono al rosso fisso e magari la macchina tra un po’ si
fermerà e me ne dovrò tornare a casa a piedi.Senti per scusarti me li offriresti un pacchetto diMarlboro, un caffè e un cornetto al’Etoile d’or il solo bar con tabaccheria che a Catania è aperto anche di notte.Poi ci salutiamo e mi lasci andare che a casa ci torno da solo a piedi.La mia auto verrò a recuperarla domani in bicicletta.Ti raccomando di non farti trovare qui domani notte. Che occasione sprecata!

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